
Siamo al caricaturale dell’inquisito che da la caccia all’inquirente. Una dichiarazione bomba. La senatrice Feinstein ha ufficialmente accusato la Cia di aver violato la Costituzione degli Stati Uniti e di attività criminale nei suoi tentativi di ostacolare le indagini del suo comitato. Tema dell’ indagine della commissione intelligence, un rapporto ancora segreto sulle torture di sospetti terroristi dopo la data fatale dell’11settembre del 2001.
Nel suo discorso la senatrice Feinstein ha descritto i ripetuti tentativi da parte della Cia per vanificare il lavoro degli investigatori del Senato. Ad esempio invadere il Comitato con milioni di pagine non indicizzate che richiederebbero anni di lavoro soltanto per ordinarle. Oppure l’ex alto funzionario della Cia Jose Rodriguez che ha distrutto circa 100 videocassette che mostrano brutali interrogatori di detenuti in custodia della Cia. Esempi classici delle tecniche di occultamento spionistico o per “inondazione” o per “sottrazione”. Ora la senatrice ha inviato il rapporto al presidente nella speranza che possa essere declassato e pubblicato per rendere pubblici “orribili dettagli di un programma della CIA che mai e poi mai avrebbe dovuto esistere”.
Zeke Johnson di Amnesty International ha chiesto alla Casa Bianca di pubblicare la relazione della commissione . “Il presidente Obama, che ha affermato di avere l’amministrazione più trasparente della storia, deve declassificare subito il rapporto. In caso contrario l’eredità della tortura diventerà sua”, è l’accusa. Uno scontro aperto di tali dimensioni e così fra la Cia e il Congresso non ha molti precedenti nella storia Usa, visto anche che a litigare sono una senatrice democratica contro un’amministrazione democratica, e che la rissa avviene a difesa sostanziale del comportamento della amministrazione repubblicana. Tutto nasce dal programma di detenzioni e interrogatori gestito dalla «Company» durante l’amministrazione Bush per dare la caccia ai terroristi.
Le ormai famose «extraordinary rendition» che hanno coinvolto anche l’Italia col caso di AbuOmar, e tecniche di tortura come il «waterboarding». Ora la senatrice Dianne Feinstein, leader della Commissione Intelligence del Senato, che ieri ha accusato l’agenzia di aver spiato lei e i suoi dipendenti. Nel 2009 la Commissione della Feinstein aveva avviato un’inchiesta su queste pratiche, mettendo le mani su un rapporto interno riservato di 6.000 pagine prodotto proprio dalla Cia, in cui ammetteva di aver imbrogliato il Congresso, la Casa Bianca e il dipartimento alla Giustizia sul programma detenzioni, prima che Obama fosse eletto e chiudesse quella operazione totalmente illegale. Gli agenti segreti avevano spiato i computer della Commissione.
Uno scandalo potenzialmente più grave della sorveglianza Nsa rivelata da Snowden, perché stavolta una delle due istituzioni governative avrebbe violato la legge per controllare l’altra. Ora la senatrice Feinstein sostiene che i suoi uomini hanno ottenuto legalmente il documento, e ha chiesto le scuse da parte della centrale di Langley. Non avendole ricevute, ha messo in piazza la disputa, accusando la «Company» di aver violato le leggi federali e le prerogative di sorveglianza che la Costituzione affida al Congresso. Brennan ha difeso i suoi uomini e accusato la Commissione che non avrebbe avuto il diritto di visionare quel rapporto ottenuto illegalmente. Deciderà l’inchiesta del dipartimento di Giustizia. «Se ho sbagliato, andrò dal presidente». Dimissioni in campo.
Il sistema di post-Watergate di controlli ed equilibri tra potere legislativo la comunità di intelligence Usa sta affrontando la più grande minaccia alla sua esistenza da 40 anni.