Referendum Crimea
è legale quanto il
Parlamento di Kiev

Secondo la Cancelliera tedesca il referendum sarebbe “privo di legittimità costituzionale e contrario al diritto internazionale”. Punti di vista: Fa coro il premier britannico David Cameron. Putin ha risposto invece che il referendum “rifletterà i legittimi interessi del suo popolo” ed è poi passato dalle parole ai fatti, procedendo nell’occupazione armata dell’aeroporto di Saki, nell’Ovest della Crimea e -secondo non verificate fonti ucraine- anche di quello di Dzhankoy, Nord della penisola.

 

Putin ha voluto sottolineare alla Cancelliera anche un altro aspetto, a suo dire assai importante: la componente di estrema destra che soffia sul fuoco della crisi politica del Paese e che ha giocato un ruolo di primo piano nelle proteste di Kiev. Per un presidente russo, giocare con un leader tedesco la carta dei radicali nazionalisti e la presenza di neo-nazisti è argomentazione assai delicata. Merkel non gradisce e definisce in queste ore Vladimir Putin come “fuori dalla realtà”. Ma i Nazi ci sono.

 

La notizia diffusa dal vice primo ministro della regione autonoma di Crimea, Rustam Temirgaliyev, sulla la costruzione a ritmi elevatissimi di un ponte che congiungerà la cittadina di Kerch (Crimea) a Krasnodar (Russia) per il passaggio di merci e persone, la dice lunga sulle reali intenzioni di Mosca circa la Crimea. Buona parte del traffico ferroviario da e per la Russia passerà dunque per lo Stretto di Kerch non appena possibile, anche per evitare eventuali blocchi dei Paesi occidentali.

 

Dopo che il parlamento autonomo della Crimea ha votato in favore dell’adesione della regione alla Russia come soggetto integrato nella Federazione, il referendum popolare del 16 marzo ne sancirà definitivamente l’annessione. Almeno, questo è nelle intenzioni dei proponenti. Ma cosa dice la Costituzione dell’Ucraina in merito? L’articolo 138 prevede la possibilità di “organizzare e tenere dei referendum locali” per la regione autonoma, ma non fa alcun riferimento a modifiche territoriali.

 

Ha ragione la Crimea? Controverso. L’articolo 157 prevede che “la Costituzione dell’Ucraina non può essere modificata, se gli emendamenti prevedono l’abolizione o la limitazione dei diritti e delle libertà dell’uomo e del cittadino, o se sono finalizzati alla liquidazione dell’indipendenza o alla violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. E la Costituzione dell’Ucraina, hanno scritto con preveggenza, “non è modificabile neanche in condizioni di legge marziale o di stato di emergenza”.

 

Problema. Ma quale è la Costituzione in vigore? Quella del 2004 non ancora emendata dalla maggioranza fedele a Yanukovich? Se il parlamento e il governo dell’Ucraina sono legittimi hanno ragione di ritenere incostituzionale il referendum. Ma sono legittimi? In realtà si è trattato in termini tecnici di un colpo di Stato, quindi, condizione “meta-costituzionale” in cui il nuovo governo non riconosciuto dal popolo non avrebbe titolarità per impedire il voto referendario popolare in Crimea.

 

Ma non saranno comunque le ragioni del diritto a decidere.

 

 

Tags: Crimea Kiev
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