Nuovo scandalo
colpisce Erdogan
Sultano di Turchia

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Il Partito che domina la scena politica in Turchia da oltre 10 anni, sulla questione morale basa la sua stessa ragione sociale. ‘Adalet ve Kalkınma Partisi’, in turco. Partito per la Giustizia e lo Sviluppo. Ak Parti in sintesi corrente. Adalet, giustizia innanzitutto, nella Turchia che nel 2002, quando l’AKP vince, era dilaniata da scandali e fenomeni di corruzione ovunque. Giustizia e subito dopo lo sviluppo in un Paese che allora viveva una drammatica crisi economica. Ora la Turchia è potenza economica. Il governo Erdogan, attraverso l’Ak Parti deve gestire dimensioni di ricchezza inusitate, ed ecco le tentazioni travolgere anche il moralismo del leader del Partito filo islamico. Ma lui nega.

 

La tensione politica per il più grande scandalo per corruzione della storia moderna in Turchia, corre sul filo telefonico delle intercettazioni -scrive l’ottimo Vittorio Da Rold su ilSole24ore- Il premier Recep Tayyip Erdogan, ha smentito l’autenticità della registrazione («è falsa» ha dichiarato il suo ufficio) di una sua conversazione fatta con il figlio Bilal, dove si sentirebbe il premier turco chiedere di occultare decine di milioni di dollari in contanti, per dribblare appunto un’indagine della magistratura anti-corruzione. Una vicenda che ricorda i soldi in contanti trovati nelle scatole delle scarpe in casa di un banchiere turco coinvolto in precedenza in un filone dello stesso scandalo.

 

L’intercettazione telefonica che il Premier definisce artefatta: per i tecnici ripresi da tutti i giornali non si tratterebbe di un montaggio e l’opposizione del partito laico e di sinistra ha chiesto le dimissioni del primo ministro in carica, mentre la Borsa di Istanbul ha perso parecchio terreno e la lira turca è tornata a scendere rispetto al dollaro. Non solo. Ieri notte a Istanbul, Ankara e Smirne, proteste popolari di piazza con gli inevitabili scontri con la polizia mobilitata in forse in questa delicata fare pre elettorale per il governo. Timore di Ergogan e di tutto lo stato maggiore dell’AK Parti, una nuova ondata di manifestazioni sullo stile di quelle di Gezi Park nel giugno del 2013.

 

«Azzera tutti i soldi che sono in casa», direbbe Erdogan al figlio Bilal nella prima di quattro conversazioni telefoniche che risalgono al 17 dicembre, «Stanno facendo perquisizioni nell’ambito di una maxi-inchiesta sulla corruzione in casa di 18 persone». L’allarme lanciato da papà Erdogan era più che giustificato. Quel 17 dicembre veniva scoperchiato uno scandalo senza precedenti, mettendo in serie difficoltà il governo conservatore che ha dovuto poi subire un rimpasto dopo le dimissioni di tre ministri-chiave. Le registrazioni che il premier liquida come false, sono state pubblicate su Youtube lunedì e sono state ascoltate da più di due milioni di utenti nella giornata.

 

La registrazione «è originale, ce l’hanno confermato perlomeno 3-4 fonti» ha assicurato Kemal Kilicdaroglu, il segretario del principale movimento d’opposizione, il Partito repubblicano del popolo (Chp) ieri in parlamento, invitando il premier a lasciare. «Dimettiti oppure sali su un elicottero e lascia il Paese» ha dichiarato Kilicdaroglu, solitamente contrario ai toni duri e per questo chiamato il Gandhi turco. Anche due esperti citati dal quotidiano Radikal avrebbero confermato che non si tratterebbe di un montaggio audio, ma di una intercettazione originale. Molti sospettano la mano di Gulen nella partita, l’ex amico di Erdogan ora divenuto acerrimo nemico.

 

Erdogan ieri ha parlato di «tentativo di golpe», «Un attacco odioso contro il primo ministro della Turchia» si è difeso il primo ministro puntando il dito come di consueto contro diverse “lobbies” politico-finanziarie che lavorerebbero assieme all’ “Organizzazione parallela” costituita dai membri della confraternita religiosa guidata dal predicatore musulmano Fethullah Gulen. Dopo la ‘Gladio turca’, come fu definita l’organizzazione clandestina Ergenekon di cui ancora poco si sa, ora compare una sorta di P2 turca. L’Italia che non trasmette così il suo meglio. Brutta storia in vista delle amministrative di marzo che si stanno trasformando in un referendum personale su Erdogan.

 

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