
Mentre l’economia internazionale cerca a fatica di riprendersi dalla crisi del 2009, le spese militari che in quegli anni erano state a loro volte costrette a frenare, danno segni di risveglio. Un segnale che ognuno può leggere da punti di vista contrapposti. Ora, dicono i numeri, a livello globale c’è un incremento dello 0,6%, con una previsione di spesa per il 2014 di 1,547 trilioni di dollari. Che poi sarebbero l’enormità matematica e anche grafica di un milione di bilioni, cioè un milione alla terza, cioè, 1,547 con l’aggiunta di 10 zeri, e nel caso, per essere precisi, 1.5471 000 000 000 000 000.
Ovviamente in prima fila ci sono gli Stati Uniti, che investiranno in armamenti 582,4 miliardi di dollari (il 44% della spesa totale). Ma la vera novità, quella che preoccupa soprattutto le potenze occidentali, è il forte incremento registrato in Asia e nell’area del Pacifico, dove, secondo un recente rapporto dell’IHS Security and Defense e dell’IISS l’International Institute for Strategic Studies, dal 2011 ad oggi si è assistito a una vera e propria accelerazione, quasi un più 10% tre il 2011 e il 2013, per la forte crescita economica e di investimento nel comparti difesa e armi di molti Paese asiatici.
Russia, Asia e Medio Oriente saranno i motori della crescita attesa per quest’anno e della ripresa prevista a partire dal 2016, annuncia il direttore dell’IHS. Nei prossimi tre anni Mosca aumenterà le spese militari del 44%. Il piano adottato dal Parlamento ha già dotato la Russia di un budget per spese militari da 68 miliardi di dollari, davanti a Regno Unito e Giappone. Ma è la Cina a fare il più grande balzo in avanti con 139 miliardi di dollari per il 2013, subito dietro agli Stati Uniti. Tre volte superiore a quello indiano. Nel 2015 Pechino spenderà più di Regno Unito, Francia e Germania.
La politica aggressiva di Pechino nel Mar della Cina per il controllo di isole e atolli rivendicati da altri Paesi dell’area, tra cui il Giappone e le Filippine, è andata di pari passo con l’ammodernamento dell’apparato militare: portaerei principalmente, e anche droni cui i cinesi sarebbero arrivati grazie a sofisticate operazioni di cyber-spionaggio a danno degli Stati Uniti. Preoccupato dell’atteggiamento cinese, il Giappone non si è fatto pregare e spinto dai proclami nazionalisti del premier Shinzo Abe ha dato inizio a una vera e propria corsa al riarmo. Chi applaude all’ondata armata solo le industrie.
I colossi dell’industria degli armamenti si attrezzano a nuovi affari mentre sul piano internazionale la riduzione del gap militare tra Asia ed Europa potrebbe creare nuovi focolai d’instabilità. Per l’Occidente, sempre più in crisi economica, da Oriente non spirano affatto venti rassicuranti. Anche nel Medio Oriente le spese militari hanno registrato un’accelerazione dal 2011, in particolare Oman e Arabia Saudita hanno avuto una crescita superiore al 30% in due anni, rileva il rapporto. Il finanziamento dei gruppi radicali jihadisti in Siria e altre zone di confitto fa parte degli spiccioli.
I 10 paese che spendono di più in armi. Cifre in bilioni di dollari:
US $582.4; Cina, $139.2; Russia, $66.9; UK, $58.9; Japan, $56.9; France $53.1; India. $46.2; Germany, $44.7; Saudi Arabi, $42.9; South Korea, $31.6.