L’orso russo in America, storia da vecchie spie

La mitica FBI della caccia cinematografica alle spie sta indagando su un programma di scambio culturale gestito dal governo russo, col sospetto che servisse a reclutare clandestinamente degli americani per attività di spionaggio. Sembra una storia da guerra fredda, sceneggiatura per un film antisovietico molto datato. Eppure, secondo Joseph Fitsanakis di intelNews.org, gli agenti del Federal Bureau of Investigation stanno interrogando tutti gli americani che hanno partecipato al «Rossotrudnichestvo exchange program» gestito dal Centro russo per la Scienza e la Cultura di Washington. Intanto si scopre un autentico via vai tra Stati Uniti e Mosca. L’attivissimo Centro per la Scienza e la Cultura, dal 2001 ad oggi avrebbe inviato circa 130 americani in Russia.

Come ogni centro del suo genere, anche quello russo di Washington cerca di favorire i programmi culturali e corsi di lingua russa ad un costo nominale. Molti degli americani che hanno aderito al programma di scambio Rossotrudnichestvo nel corso degli anni sono stati invitati a recarsi in Russia, in gruppi di 20 a 25. Interessante la tipologia degli invitati in viaggio premio: «Most were graduate students, private-sector executives, political campaign staff, or workers in nonprofit organizations». E i privilegi, vediamo, non erano pochi: «They had their travel expenses, including transportation, lodging and meals, paid by the Russian government». Ospitalità senza lesine e con sempre numerosi fraterni brindisi come nella miglior tradizione della Grande madre Russia.

L’FBI sembra essere particolarmente interessato a Yury Zaytsev, il russo che gestisce il programma di scambio Rossotrudnichestvo ed è anche Direttore del Centro per la Scienza e la Cultura. «The Washington Post reported that Zaytsev appears to be listed as a diplomat with the US Department of State. This means that he enjoys diplomatic immunity and can be expelled from the US, but cannot be arrested for espionage. The Post said it contacted the Russian embassy in Washington, but was told by embassy spokesman Yevgeniy Khorishko that the Center was not involved in recruiting spies. The paper also called the Centre, and was told by a woman who refused to give her name on the phone that the Center’s Director, Yury Zaytsev, was not prepared to comment on the case».

L’FBI -precisazione molto americana- ha anche rifiutato un commento sul caso attraverso il suo portavoce Amy Thoreson.

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